Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

28 gennaio 2017

«Libertà, nome sacro e dolce!» – la Lista Crescenzi


È una mattina del giugno 2003, a Salonicco piove a dirotto, l’acqua scorre a torrenti e sembra voglia infiltrarsi ovunque. Un insegnante e impiegato dell’Istituto  Italiano di Cultura, si precipita nel seminterrato dell’edificio, per chiudere le finestre e sincerarsi che i documenti lì custoditi non siano stati bagnati dalla pioggia. Il suo presentimento è giusto, i pavimenti sono allagati. Mentre Antonio Crescenzi, questo è il nome del prodigo dipendente, cerca di salvare dall’acqua le carte più importanti, un foglio gli si appiccica ai pantaloni zuppi. Antonio lo afferra e legge: «Il più bel ricordo della mia vita», tema di Giacomo Modiano. Antonio sorride, il giovane Giacomo descrive la sua gioia incontenibile per aver ricevuto in dono la sua prima bicicletta. Poi, al sorriso segue il turbamento: la composizione risale al 5 Giugno del 1942, allora Salonicco era sotto l’occupazione nazista. Circa un mese più tardi, l’11 luglio nella giornata nota come il «Sabato nero», 6500 Ebrei tra i 18 e i 45 anni, vennero radunati in Piazza della Libertà dove, sotto un sole cocente, furono pubblicamente umiliati dai soldati tedeschi. Quattro giorni dopo, iniziarono le deportazioni nei campi di concentramento di Auschwitz.


Antonio si accorge che ci sono altre pagini simili a quella, molte galleggiano sul pavimento, altre sono custodite in scatole polverose, che l’Istituto ha ereditate dall’Umberto I, prestigiosa scuola italiana che per decenni ha dimorato in quell’edificio. Antonio cerca di portare il tutto in salvo. Le scatole contengono registri di classe, composizioni, esercizi, encomi e, soprattutto, numerosi diplomi di licenza media, di liceo e della scuola commerciale, mai ritirati. Antonio li conta, sono centocinquantacinque, almeno centocinquantacinque ragazze e ragazzi non poterono ritirare la loro licenza scolastica. Antonio riflette e capisce, ben presto, che i diplomati erano ebrei, e che quindi non poterono tornare a ritirare il loro diploma, perché deportati nei campi di concentramento, o perché fuggiti in America, in Israele, in Canada, per salvarsi dalla brutalità nazista.
Per tredici anni, Antonio Crescenzi ha cercato febbrilmente di rintracciare quei diplomati e i loro familiari, per compiere un simbolico atto di giustizia: consegnare loro quei certificati. Antonio ha scandagliato elenchi telefonici, fatto ricerche via internet e numerose telefonate, ha inviato mail e ha chiesto aiuto a numerose comunità ebraiche, si è rivolto anche a diversi organi di stampa. La sua lista ha fatto il giro del mondo, è la «Lista Crescenzi».
«Pronto, signora Maissa? Lei è la figlia di Solomòn Maissa?... », chiede Antonio in un greco fluente, e il pensiero della signora Manon Maissa torna indietro agli anni Trenta, a quando suo padre venne iscritto alla scuola italiana Umberto I di Salonicco. A quel tempo, nella città greca vivevano ebrei, armeni, turchi e greci, in una convivenza serena, almeno fino all’occupazione tedesca, alla quale seguirono le persecuzioni e le deportazioni. I nonni di Manon trovarono la morte ad Auschwitz, il padre si salvò dalle camere a gas perché medico. Manon Maissa risponde commossa alla chiamata di A. Crescenzi, sarà lei a ritirare il diploma del padre.


Salonicco 27 gennaio 2014, Giorno della Memoria, in una sala dell’Istituto  Italiano di Cultura, dove un tempo si tenevano le lezioni dell'Umberto I, si sente riecheggiare: «Maissa Solomòn», «Presente!», «Tazartes Nissim», «Presente!», e altri otto nomi vengono chiamati all’appello, per la consegna di dieci diplomi di maturità, ritirati, dopo oltre settant’anni, dai familiari dei diplomati ormai scomparsi.
Di recente, altre tre persone hanno risposto all’appello della «Lista Crescenzi», sono tre sopravvissuti all’Olocausto, perché fuggiti per tempo oltre oceano, si tratta di Alberto Modiano, Rosa Modiano e Sara Tivili.
A oggi, Crescenzi è riuscito a consegnare ben 23 diplomi, i restanti 130, circa, sono custoditi nel Museo Ebraico di Salonicco. Il suo arduo lavoro di catalogazione e di ricerca ha, tra l’altro, avuto il pregio di aiutare molte famiglie a ritrovarsi.
Il 28 e il 29 gennaio di quest’anno, la vicenda della Lista Crescenzi sarà messa in scena all’auditorium del Mègaro Mousikìs di Salonicco e poi in quello di Atene. Durante la rappresentazione sarà intonato il celebre brano «Gam Gam», nella versione di Ennio Morricone.



«Libertà! Nome sacro e dolce! Quanto sangue è stato versato per te, oh libertà. Quanti eroi hanno dato la vita per te. Affinché almeno i loro figli potessero vivere da uomini liberi», Ester Saporta, 17 anni, 5 giugno 1942.





FONTI:
Dal quotidiano greco Kathimerinì articoli di Σταύρος Τζίμας del 08.12.201331.01.201421.01.2017.

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