Il teatro è pieno, pienissimo. I musicisti raggiungono il palco e Savvopoulos, Nionios per i greci, si avvicina al microfono. È un uomo alto con barba e capelli bianchissimi. La sua figura è imponente, come la sua personalità, classe '44.
Le luci si abbassano, la musica inizia e la voce di Savvopoulos riempie il teatro. La sua energia ci travolge, la sua ironica leggerezza ci trascina. Canta, recita, racconta muovendo le sue lunghe braccia con ampi gesti e noi, entusiasti, cantiamo con lui.
Ascoltando Un attimo di pace (Μία στιγμή ειρήνης, 1965)- che, prima di essere censurato, si intitolava Un bisogno corporale – sorridiamo: Nionios interpreta un soldato piuttosto impacciato, che ci narra una guerra in cui ha combattuto giorno e notte, privo di acqua e di cibo. Tutto in nome della patria.
L'uomo vede tanta morte intorno a sé, finché, all'improvviso, ci rivela che “urge una necessità corporale che proprio non si può rimandare, bombe e fucili lasciamo e dietro i cespugli corriamo, fanno lo stesso i nemici dagli ufficiali seguiti....arriva così la pace per cause di forza maggiore”!
L'uomo vede tanta morte intorno a sé, finché, all'improvviso, ci rivela che “urge una necessità corporale che proprio non si può rimandare, bombe e fucili lasciamo e dietro i cespugli corriamo, fanno lo stesso i nemici dagli ufficiali seguiti....arriva così la pace per cause di forza maggiore”!
Poi le parole di Savvopoulos ci scuotono quando introducono la canzone Vietnam yeah-yeah: “Era la metà degli anni Sessanta il mondo cambiava. Sotto l'Acropoli si affollavano tanti ragazzi coi capelli lunghi e tante ragazze con le minigonne. Pensavo che dopo aver inciso quel brano, avrei conosciuto Jane Fonda o che magari avrei cantato con Bob Dylan... e invece, mi hanno sbattuto in prigione, a Bouboulina (N.d.T. strada di Atene, tristemente nota per la presenza del carcere in cui sotto la dittatura, i Colonnelli facevano imprigionare e torturare i loro “nemici”), dove mi hanno preso anche a bastonate.
E più mi bastonavano e più io cantavo, ogni bastonata era una nuova canzone”.
E più mi bastonavano e più io cantavo, ogni bastonata era una nuova canzone”.