Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι...

"Και μάλλον Έλληνες καλείσθαι τους της παιδεύσεως της ημετέρας ή τους της κοινής φύσεως μετέχοντας" ΙΣΟΚΡΑΤΗΣ

(“Siano chiamati Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono l'origine comune” ISOCRATE)

3 novembre 2012

Ingemar Redhin intervista Odisseas Elitis

Il 2 novembre del 1911 nasceva Odisseas Elitis.


 ODISSEAS ELITIS - CONVERSAZIONI INEDITE


Via Skoufà 23, casa del poeta Odisseas Elitis. Ingemar Rhedin, suo traduttore dallo svedese nonché suo intimo amico, lo incontra e intervista prima e dopo l'assegnazione del Nobel (1979). 
Rhedin registra quelle interviste e conserva i ministri con cura, come un prezioso «tesoro». 
A cento anni dalla nascita del grande poeta greco, il traduttore sceglie, in esclusiva per la rivista «K» (del quotidiano Kathimerinì, N.d.T.), i passi più significativi di quelle conversazioni inedite che riguardano la musica, la pittura e, naturalmente, la poesia.

...Ecco che il registratore parte e l'intervista ha inizio. Il traduttore punzecchia il poeta con alcuni dubbi da "studente". Il poeta risponde con voce limpida, piena di sicurezza, forza e vitalità.


MOZART E L’«AXION ESTÌ»

Rhedin: In un mio recente articolo, ho scritto che la sua opera poetica, l'Axion Estì, assomiglia alle ultime opere di Mozart.
Elitis: Chi lo ha detto?
R.: Io. Ritengo, infatti, che le ultime composizioni di Mozart abbiano una struttura rigorosa come quella dell’Axion Estì.
E.: Me ne compiaccio, perché Mozart è uno dei musicisti che amo di più. Ricordo che, tempo fa, per gioco dovevamo trovare delle corrispondenze tra compositori e poeti ed emerse che la mie poesie si abbinavano bene con le musiche scritte da Mozart. Hanno, infatti, in comune la stessa leggerezza e la medesima grazia.

R.: Qual è il suo compositore preferito?
E.: Di musica classica? Mozart e, naturalmente, anche Vivaldi, sono i migliori. Amo anche Bach, è ovvio.
R.: Certo, Mozart è uno dei più grandi musicisti di sempre.
E.: Non sono un grande esperto di musica, a differenza della pittura. Sebbene io non sia un pittore, posso affermare di conoscere l’arte pittorica altrettanto quanto la poesia […].

POETA PER SBAGLIO

R.: Le sue prime poesie sono come dei quadri.
E.: Certo, sono tutte dei quadri. Qualcuno ha detto, e lo condivido, che sono "poeta per sbaglio". Dovrei essere più che altro un pittore, in quanto riesco a vedere le cose meglio degli altri e questa è una virtù. Ogni poeta dovrebbe poterlo fare, perché se si scrivono solo pensieri, si rischia di finire nell’abstrait, nell’astratto. […]

LA TRADIZIONE POETICA IN GRECIA

R.: Vorrei farle una domanda sui poeti greci: perché, secondo lei, hanno avuto un ruolo così importante nella storia del suo paese e nella presa di coscienza del suo popolo? Nel resto dell’Europa questo non accade.
E.: Credo che la Grecia conservi, grazie alla sua profonda tradizione poetica, un particolare rispetto per i poeti, cosa che non vedo  altrove. Basti pensare che non si è mai smesso di scrivere poesia in lingua greca. L’ho già detto, ma voglio ripeterlo: dall'epoca di Omero a oggi, non è trascorso un solo secolo in cui non sia stata scritta poesia in lingua greca. È una tradizione antica e solida, che plasma il popolo, il quale a volte  non ne comprende le sfumature e le sottigliezze, ma ha ben chiaro il ruolo fondamentale del poeta e grazie all’intuito afferra molte cose. Questo spiega anche la risonanza che ha avuto l’assegnazione del Nobel […].

FEDE E COSCIENZA

R.: Lei è credente?
E.: Credente? Non nel senso più stretto della parola, non sono – come direbbero i francesi – militant, non sono praticante, ma la mia natura umana è comunque spirituale, perché vuole creare un mondo e crederlo eterno.
R.: Il sole per lei ha, quindi, un ruolo rilevante?
E.: Sì, tutti gli elementi naturali lo hanno, io li vedo a un livello che non è quello del presente, piuttosto quello eterno.
Sì, sotto questo punto di vista sono credente […]. Vediamo di fare un altro esempio: nell’Axion Estì dico che «nella mia coscienza ho instillato limone», perché il limone da una parte è un frutto che in Grecia prospera, ma dall’altra è anche un frutto che disinfetta. Allora, agisco come chi, temendo che l’acqua sia inquinata, vi versa gocce di limone per disinfettarla: io verso quelle gocce sulla mia coscienza per averla completamente pulita. […]

LA LINGUA GRECA

E.: C’è da dire, innanzitutto, che la poesia rappresenta questioni comuni a tutti noi, che ogni poeta, di ogni luogo del mondo, affronta nella quotidianità. Oltre a temi generici, ce ne sono anche di più specifici, che riguardano cioè ciascun popolo e che sono legati alla lingua, suo mezzo d’espressione. In Grecia questa specificità è molto evidente, perché conserviamo una tradizione molto forte. Siamo un popolo poco esteso in termini geografici, ma occupiamo uno spazio storico enorme, infinito. La nostra lingua è rimasta, infatti, più o meno la stessa dall’epoca antica ad oggi. Certo, ha subìto alcuni cambiamenti nell’arco dei suoi due, tre milioni di anni di vita - vale a dire da Omero a oggi -, ma forse sono mutamenti minimi rispetto a quelli rintracciabili tra la lingua francese medievale, o l'inglese, e quella attuale. Questa caratteristica è la nostra ricchezza, ma anche la difficoltà che il poeta greco ha. […]

L’UMANITÀ SENZA LA POESIA

R.: Anche in Svezia negli ultimi tre anni iniziamo a vedere…
E.: Chi?
R.: Dei poeti. Tre anni fa dicevamo che…
E.: Che la poesia era finita.
R.: Sì, che era finita.
E.: Ritengo che l’umanità non possa vivere senza la poesia. La poesia può mutare, prendere altre forme, è camaleontica e come il camaleonte può cambiare il suo colore e nel cambiamento si adatta […]. Seferis una volta disse che “alla poesia non si sfugge”. Se non trovi quella di buona qualità, trovi quella di cattiva qualità, la ritrovi in una canzone semplice o nella frase di un innamorato, ma in ogni caso, sfuggirle non puoi.*

                                °°°°°



Piango il sole e piango gli anni che verranno

Senza di noi e canto gli altri passati

Se veramente sono


Confidenti i corpi e le barche che sbattono dolcemente

Le chitarre che accendono e spengono sotto le acque

I “credimi” e i “non”

Ora nel vento ora nella musica


E le nostre mani, due piccole bestie

Che furtive cercavano di salire l’una sull’altra

Il vaso di brezza negli aperti cortili

E i frammenti di mare che ci seguivano

Fin dietro le siepi e sopra i muri a secco

L’anemone che si depose nella tua mano

E tremò tre volte il viola tre giorni sopra le cascate


Se tutto questo è vero io canto

La trave di legno e l’arazzo quadrato

Alla parete, la Gorgone con i capelli sciolti

Il gatto che ci guardò nel buio


Bambino con la croce vermiglia e l’incenso

Nell’ora che sull’impervia scogliera scende la sera

Piango la veste che sfiorai e fu mio il mondo.**

 

°°


Πενθώ τόν ήλιο καί πενθώ τα χρόνια που έρχονται

Χωρίς εμάς καί τραγουδώ τ’ άλλα πού πέρασαν

Εάν είναι αλήθεια


Μιλημένα τα σώματα καί οί βάρκες πού έκρουζαν γλυκά

Οί κιθάρες πού αναβόσβησαν κάτω από τα νερά

Τά "πίστεψέ με" και τα "μή"

Μια στόν αέρα μια στή μουσική


Τα δυο μικρά ζωα, τα χέρια μας

Πού γύρευαν ν’ ανέβουνε κρυφά το ένα στό άλλο

Η γλάστρα μέ το δροσαχί στίς ανοιχτές αυλόπορτες

Καί τα κομμάτια οί θάλασσες πού ερχόντουσαν μαζί

Πάνω απ’ τίς ξερολιθιές, πίσω άπ’ τούς φράχτες

Τήν ανεμώνα πού κάθισε στό χέρι σού

Κι έτρεμες τρεις φορές το μώβ τρεις μέρες πάνω από

τούς καταρράχτες


Εάν αυτά είναι αλήθεια τραγουδώ

Τό ξύλινο δοκάρι καί το τετράγωνο φαντό

Στόν τοίχο μέ τη Γοργόνα μέ τα ξέπλεκα μαλλιά

Τή γάτα πού μάς κοίταξε μέσα στά σκοτεινά


Παιδί μέ το λιβάνι καί μέ τόν κόκκινο σταυρό

Τήν ώρα πού βραδιάζει στών βράχων το απλησίαστο

Πενθώ το ρούχο πού άγγιξα καί μού ήρθε ο κόσμος.




** Da Monogramma in "È presto ancora", di Odisseas Elitis (Donzelli, 2011), a cura di P. M. Minucci
















* L'intervista è tratta da: K - Καθημερινή, 2.11.2011- ΤΕΥΧΟΣ 443 
a cura di: Leonidas Dilsizian
traduzione di: Viviana Sebastio
Ringrazio Ingemar Redhin per avermi concesso, generosamente, la pubblicazione delle foto e dell'intervista.



1 commento:

  1. Bellissimo post. Grazie! Elytis è un grande poeta, di cui purtroppo in Italia, tradotto, si trova poco. Grazie! Buon Natale.

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